Considerato per lungo tempo un genere minore, il comico occupa una posizione di tutto rispetto nel panorama letterario del 900 con autori e opere il cui sguardo divertito (ma ugualmente attento) sull’uomo e sul mondo ne coglie vizi e pregiudizi, ambiguità e contraddizioni.
Prendiamo Stefano Benni.
Bolognese nato nel 1947, Benni è autore di una serie infinita di racconti, i più noti quelli delle raccolte Bar Sport e Bar Sport Duemila.
L’UIB
E L’UVC (L’Uomo Invisibile al Barista e l’Uomo Col Vocione)
La
situazione è di quelle di normale quotidianità in un normalissimo bar dello sport: c’è
gente che entra ed e esce, c’è un barista indaffarato a servire caffè.
All’ora di punta entra nel bar l’UIB, l’uomo invisibile, il tizio con la vocina flebile che, a dispetto della postura da ballerino di flamenco e l’aria da primo della classe, ha su di sé la maledizione di passare inosservato sempre e ovunque.
Munito di scontrino, l’UIB cerca di farsi largo tra la calca assiepata al bancone, agita lo scontrino cercando di attirare l’attenzione del barista che tuttavia lo ignora.
Intanto arriva altra gente. Una vecchiaccia lo guarda incattivita e gli passa davanti, mentre lui s’aggrappa al bancone con lo scontrino stropicciato nella mano sudaticcia.
Il barista continua ad ignorarlo.
Esausto dopo ore di attesa, l’UIB emette gridolini rauchi per richiamare l’attenzione su di sé. Il barista finalmente s’accorge di lui:
-Un
momento, non vede che sto servendo la signora?
L’UIB
è sfinito, è lì da ore e tutti lo urtano e lo scavalcano infastiditi (cfr).
Nel bar entra l’UCV.
L’UCV è l’Uomo Col Vocione, quello che appena varcata la soglia del bar, senza nemmeno guardare verso il bancone e senza essersi procurato lo scontrino - l’Uomo Col Vocione fa lo scontrino rigorosamente dopo aver bevuto il caffè- con fare sicuro e deciso, voce possente e autoritaria, ordina e immediatamente ottiene.
Intanto l’UIB ha finalmente guadagnato la postazione-bancone, posa lo scontrino e attende di essere servito; l’UCV, che ha già bevuto il suo caffè, posa lo scontrino accanto a quello dell’UIB... e il barista li strappa entrambi.
Non
proseguirò nell’elenco di tante sfortune. Se appartenete alla categoria degli Uomini
Invisibili, posso solo darvi alcuni consigli su come guarire dal vostro
destino:
1. Fatevi
il caffè a casa
2. Diventate barista
3. Se siete
un Uomo Invisibile sposate una Donna Col Vocione, se siete una Donna Invisibile,
sposate un Uomo Col Vocione
Avrete
figli UIBUCV che otterranno una media attenzione…
S.
Benni, Bar Sport Duemila
La comicità del racconto scaturisce dall'abbondante uso dell'“iperbole”: tutto è spropositatamente e volutamente esagerato; ogni dettaglio è ingigantito; la realtà (le situazioni, i comportamenti dei personaggi, gli oggetti) ne risulta trasfigurata/manipolata.
1. Fatevi il caffè a casa
Così scrive Calvino:
Una cosa si può dirla almeno in due modi: un modo per cui, chi la dice vuol dire quella cosa; e
un modo per cui si vuol dir sì quella cosa, ma nello stesso tempo ricordare che
il mondo è molto più complicato e vasto e contraddittorio.
Italo
Calvino, Definizione di territori: il comico, da Una pietra sopra
Se il
genere realistico rappresenta le cose come sono, in un modo per cui, dicendo
una cosa si vuol dire proprio e unicamente quella cosa, recuperando verità e senso nell' immediatezza del dato, il genere comico racconta in un modo per cui
si vuol dir sì quella cosa, ma nello stesso tempo ricordare che il mondo è
molto più complicato, vasto e contraddittorio.
Una cosa si può dirla almeno in due modi: un modo per cui, chi la dice vuol dire quella cosa; e
un modo per cui si vuol dir sì quella cosa, ma nello stesso tempo ricordare che
il mondo è molto più complicato e vasto e contraddittorio.
Nel racconto di Benni, dunque, la manipolazione comica della realtà, operata nella forma dell'esagerazione iperbolica, funziona come amplificatore di aspetti e sfumature altrimenti non immediatamente evidenti.
Non solo “per ridere”
I racconti di Benni sono la dimostrazione che è possibile far riflettere anche attraverso la leggerezza della comicità.
Osservandoli attraverso la formidabile lente d'ingrandimento dell'iperbole, Benni racconta e denuncia vizi, pregiudizi, manie, piccole e grandi ingiustizie, disegnando uno spaccato di realtà.
Il mondo è pieno di “UIB”, gli individui che per insicurezza, scarsa stima di sé o per eccesso di buona educazione sono destinati ad essere schiacciati dalla prepotenza degli UCV, i tracotanti che aggirano la coda, quelli che zigzagando con spericolatezza riescono ad assicurarsi l’unico parcheggio libero portandolo via sotto il naso a chi è lì in paziente attesa. Il mondo pullula anche di “baristi”, coloro che, ciechi e sordi ai bisogni altrui, pavidamente deboli con i forti e forti con i deboli, si rendono complici di chi fa la voce grossa...
E c'è poco da ridere.