Introduzione
La poesia ermetica, nata intorno al 1930 ad opera di un gruppo di poeti italiani, si distingue per una scrittura particolarissima, lontana tanto dai toni retorici di D’Annunzio che da quelli dimessi dei Crepuscolari. Di contro, numerosi sono i punti di contatto con il Simbolismo.
Le caratteristiche
Ridotte schematicamente, le caratteristiche
della poesia ermetica sono le seguenti :
- L’idea che la poesia debba essere pura,
una sorta di atto mistico che illumini l’io sull’essenza delle cose, il percorso
conoscitivo dell’anima (quindi diverso da quello della scienza) che colga l’ineffabile
e pervenga alla Verità interiore e/o metafisica. Perché sia pura, la
poesia deve essere libera da condizionamenti esterni di tipo ideologico o politico
(da qui il soggettivismo che lascia fuori la realtà e la Storia) così come la
parola, per essere espressiva e illuminante, deve essere libera dall’ingombro
di aggettivi o punteggiatura.
- L’uso di un linguaggio evocativo, un
linguaggio cioè che non si limiti ad indicare-nominare oggetti e situazioni
nella loro concretezza-datità, ma riesca a coglierne l’intima essenza, il
significato nascosto (o la rete di significati). Di qui l’uso abbondante
dell’analogia (già definita in altro post): una figura retorica che,
come già osservato, consiste nell’accostare immagini tra loro lontanissime
generando quell’oscurità-osticità per cui si parlò all’epoca di ermetismo.
Un esempio di poesia ermetica
Se queste sono le caratteristiche salienti della poesia ermetica, a giusto titolo l’Ungaretti dell’Allegria può essere indicato come l’apripista dell’Ermetismo: non è un caso che proprio a lui guardarono e s’ispirarono ermetici a tutto tondo come Alfonso Gatto, Luigi Fallaraca e il primo Quasimodo, la cui raccolta Oboe sommerso contiene esempi tra i più eloquenti di poesia ermetica.
Si veda L’eucalyptus
Non una dolcezza mi matura,
e fu di pena deriva
ad ogni giorno
il tempo che rinnova
a fiato d'aspre resine.
In me un albero oscilla
da assonnata riva,
alata aria
amare fronde esala.
M'accori, dolente rinverdire,
odore dell'infanzia
che grama gioia accolse,
inferma già per un segreto amore
di narrarsi all'acque.
Isola mattutina:
riaffiora a mezza luce
la volpe d'oro
uccisa a una sorgiva.
S. Quasimodo, L'Eucalyptus, Oboe sommerso 1932