La Mandragola
Commedia
in cinque atti scritta presumibilmente intorno tra il 1518 e il 1520, la Mandragola
è il capolavoro che ci restituisce l’anima comica di N. Machiavelli che
tutti conosciamo per opere di tutt’altro genere e tenore.
La
storia ruota intorno a quattro personaggi: Lucrezia, l’anziano marito Nicia, Callimaco e l'amico Ligurio.
Nicia
desidera un figlio, ma il figlio non arriva. Callimaco, che è innamorato di
Lucrezia, con l’aiuto dell’amico Ligurio mette a punto un piano perfetto per
averla: fingendosi medico, convince Nicia dell’esistenza di una pianta
miracolosa, la mandragola; basterà che Lucrezia ne beva l’infuso perché rimanga
incinta. C’è un unico effetto indesiderato: il primo uomo che dovesse giacere
con Lucrezia morirebbe nell’arco di pochi giorni per l'effetto venefico della pozione.
Nicia
è perplesso, le cose si mettono male.
Callimaco trova la soluzione: basterà fare in modo che quell’uomo non sia Nicia ma qualcun altro, il primo malcapitato che passa per strada…
Per
quanto non entusiasta all’idea che la moglie si conceda ad un altro rendendolo becco, Nicia
accetta.
Lucrezia invece non sente ragioni.
Callimaco
e Ligurio si rivolgono allora al frate confessore della donna e, dietro lauto
compenso in moneta sonante, ottengono da lui che persuada Lucrezia ad obbedire
al marito: beva la pozione e faccia tutto il resto.
Quella
stessa notte, travestito da vagabondo e reso irriconoscibile da un naso di
cartone, Callimaco è preso e condotto a casa di Nicia, dove trascorre la notte
con Lucrezia; le dichiara il proprio amore e le svela come ha ingannato Messer Nicia.
Lucrezia
comprende la stupidità del marito, s’innamora di Callimaco e diventa la sua
amante con la benedizione dell'ignaro Nicia, che riconoscente per l'ottimo servizio ricevuto -per merito suo Nicia sarà padre- accoglie in casa Callimaco come medico
di fiducia.
Atto
II, Scena VI.
Ligurio,
Callimaco, Messer Nicia.
Ligurio
El
dottore fia facile a persuadere; la difficultà fia la donna, ed a questo non ci
mancherà modo.
Callimaco
Avete
voi il segno?
Nicia
E’
l’ha Siro, sotto.
Callimaco
Dallo
quà. Oh! questo segno mostra debilità di rene.
Nicia
Ei
mi par torbidiccio; eppur l’ha fatto ora ora.
Callimaco
Non
ve ne maravigliate. Nam mulieris urinae sunt semper maioris grossitiei et
albedinis, et minoris pulchritudinis quam virorum. Huius autem, inter caetera,
causa est amplitudo canalium, mixtio eorum quae ex matrice exeunt cum urinis.
Nicia
Oh!
uh! potta di san Puccio! Costui mi raffinisce in tralle mani; guarda come
ragiona bene di queste cose!
Callimaco
Io
ho paura che costei non sia, la notte, mal coperta, e per questo fa l’orina
cruda.
Nicia
Ella
tien pure adosso un buon coltrone; ma la sta quattro ore ginocchioni ad
infilzar paternostri, innanzi che la se ne venghi al letto, ed è una bestia a
patir freddo.
Callimaco
Infine,
dottore, o voi avete fede in me, o no; o io vi ho ad insegnare un rimedio
certo, o no. Io, per me, il rimedio vi darò. Se voi avrete fede in me, voi lo
piglierete; e se, oggi ad uno anno, la vostra donna non ha un suo figliolo in
braccio, io voglio avervi a donare duemila ducati.
Nicia
Dite
pure, chè io son per farvi onore di tutto, e per credervi più che al mio
confessore.
Callimaco
Voi
avete ad intender questo, che non è cosa più certa ad ingravidare una donna che
dargli bere una pozione fatta di mandragola. Questa è una cosa esperimentata da
me dua paia di volte, e trovata sempre vera; e, se non era questo, la reina di
Francia sarebbe sterile, ed infinite altre principesse di quello stato.
Nicia
E’
egli possibile?
Callimaco
Egli
è come io vi dico. E la Fortuna vi ha intanto voluto bene, che io ho condutto
qui meco tutte quelle cose che in quella pozione si mettono, e potete averla a
vostra posta.
Nicia
Quando
l’arebbe ella a pigliare?
Callimaco
Questa
sera dopo cena, perchè la luna è ben disposta, ed il tempo non può essere più
appropriato.
Nicia
Cotesto
non fia molto gran cosa. Ordinatela in ogni modo: io gliene farò pigliare.
Callimaco
E’
bisogna ora pensare a questo: che quello uomo che ha prima a fare seco, presa
che l’ha, cotesta pozione, muore infra otto giorni, e non lo camperebbe il
mondo.
Nicia
Cacasangue!.
Io non voglio cotesta suzzacchera! A me non l’apiccherai tu! Voi mi avete
concio bene!
Callimaco
State
saldo, e’ ci è rimedio.
Nicia
Quale?
Callimaco
Fare
dormire subito con lei un altro che tiri, standosi seco una notte, a se tutta
quella infezione della mandragola: dipoi vi iacerete voi senza pericolo.
Nicia
Io
non vo’ far cotesto.
Callimaco
Perchè?
Nicia
Perchè
io non vo’ fare la mia donna femmina e me becco.
Callimaco
Che
dite voi, dottore? Oh! io non vi ho per savio come io credetti. Sì che voi
dubitate di fare quel lo che ha fatto il re di Francia e tanti signori quanti
sono là?
Nicia
Chi
volete voi che io truovi che facci cotesta pazzia? Se io gliene dico, e’ non
vorrà; se io non gliene dico, io lo tradisco, ed è caso da Otto: io non ci
voglio capitare sotto male.
Callimaco
Se
non vi dà briga altro che cotesto, lasciatene la cura a me.
Nicia
Come
si farà?
Callimaco
Dirovelo:
io vi darò la pozione questa sera dopo cena; voi gliene darete bere e, súbito,
la metterete nel letto, che fieno circa a quattro ore di notte. Dipoi ci
travestiremo, voi, Ligurio, Siro ed io, e andrencene cercando in Mercato Nuovo,
in Mercato Vecchio, per questi canti; ed el primo garzonaccio che noi troviamo
scioperato lo imbavagliereno, ed a suon di mazzate lo condurreno in casa ed in
camera vostra al buio. Quivi lo mettereno nel letto, direngli quel che gli
abbia a fare, non ci fia difficultà veruna. Dipoi, la mattina, ne manderete
colui innanzi dì, farete lavare la vostra donna, starete con lei a vostro
piacere e sanza periculo.
Nicia
Io
sono contento, poiché tu dì, che Re e Principi e Signori hanno tenuto questo
modo. Ma sopratutto, che non si sappia, per amore degli Otto!
…
La
scena è esilarante: Callimaco falso-medico convince Nicia delle proprietà
miracolose della mandragola. La pozione, già sperimentata sulla regina di
Francia che altrimenti sarebbe sterile, è tanto più necessaria per Lucrezia perché
dall’esame delle urine risulta che la donna è debole di reni e probabilmente
non ben coperta di notte (l'allusione è all'impotenza di Nicia). È sufficiente che Lucrezia assuma la pozione
prima di andare a dormire. Quanto al poveretto che poi giacerà con lei non c’è
da temere, ci rimarrà secco e nessuno
saprà mai nulla di quanto è accaduto.
Ligurio
Callimaco
Avete voi il segno?
Nicia
E’ l’ha Siro, sotto.
Callimaco
Dallo quà. Oh! questo segno mostra debilità di rene.
Nicia
Ei mi par torbidiccio; eppur l’ha fatto ora ora.
Callimaco
Non ve ne maravigliate. Nam mulieris urinae sunt semper maioris grossitiei et albedinis, et minoris pulchritudinis quam virorum. Huius autem, inter caetera, causa est amplitudo canalium, mixtio eorum quae ex matrice exeunt cum urinis.
Nicia
Oh! uh! potta di san Puccio! Costui mi raffinisce in tralle mani; guarda come ragiona bene di queste cose!
Callimaco
Io ho paura che costei non sia, la notte, mal coperta, e per questo fa l’orina cruda.
Nicia
Ella tien pure adosso un buon coltrone; ma la sta quattro ore ginocchioni ad infilzar paternostri, innanzi che la se ne venghi al letto, ed è una bestia a patir freddo.
Callimaco
Infine, dottore, o voi avete fede in me, o no; o io vi ho ad insegnare un rimedio certo, o no. Io, per me, il rimedio vi darò. Se voi avrete fede in me, voi lo piglierete; e se, oggi ad uno anno, la vostra donna non ha un suo figliolo in braccio, io voglio avervi a donare duemila ducati.
Nicia
Dite pure, chè io son per farvi onore di tutto, e per credervi più che al mio confessore.
Callimaco
Voi avete ad intender questo, che non è cosa più certa ad ingravidare una donna che dargli bere una pozione fatta di mandragola. Questa è una cosa esperimentata da me dua paia di volte, e trovata sempre vera; e, se non era questo, la reina di Francia sarebbe sterile, ed infinite altre principesse di quello stato.
Nicia
E’ egli possibile?
Callimaco
Egli è come io vi dico. E la Fortuna vi ha intanto voluto bene, che io ho condutto qui meco tutte quelle cose che in quella pozione si mettono, e potete averla a vostra posta.
Nicia
Quando l’arebbe ella a pigliare?
Callimaco
Questa sera dopo cena, perchè la luna è ben disposta, ed il tempo non può essere più appropriato.
Nicia
Cotesto non fia molto gran cosa. Ordinatela in ogni modo: io gliene farò pigliare.
Callimaco
E’ bisogna ora pensare a questo: che quello uomo che ha prima a fare seco, presa che l’ha, cotesta pozione, muore infra otto giorni, e non lo camperebbe il mondo.
Nicia
Cacasangue!. Io non voglio cotesta suzzacchera! A me non l’apiccherai tu! Voi mi avete concio bene!
Callimaco
State saldo, e’ ci è rimedio.
Nicia
Quale?
Callimaco
Fare dormire subito con lei un altro che tiri, standosi seco una notte, a se tutta quella infezione della mandragola: dipoi vi iacerete voi senza pericolo.
Nicia
Io non vo’ far cotesto.
Callimaco
Perchè?
Nicia
Perchè io non vo’ fare la mia donna femmina e me becco.
Callimaco
Che dite voi, dottore? Oh! io non vi ho per savio come io credetti. Sì che voi dubitate di fare quel lo che ha fatto il re di Francia e tanti signori quanti sono là?
Nicia
Chi volete voi che io truovi che facci cotesta pazzia? Se io gliene dico, e’ non vorrà; se io non gliene dico, io lo tradisco, ed è caso da Otto: io non ci voglio capitare sotto male.
Callimaco
Se non vi dà briga altro che cotesto, lasciatene la cura a me.
Nicia
Come si farà?
Callimaco
Dirovelo: io vi darò la pozione questa sera dopo cena; voi gliene darete bere e, súbito, la metterete nel letto, che fieno circa a quattro ore di notte. Dipoi ci travestiremo, voi, Ligurio, Siro ed io, e andrencene cercando in Mercato Nuovo, in Mercato Vecchio, per questi canti; ed el primo garzonaccio che noi troviamo scioperato lo imbavagliereno, ed a suon di mazzate lo condurreno in casa ed in camera vostra al buio. Quivi lo mettereno nel letto, direngli quel che gli abbia a fare, non ci fia difficultà veruna. Dipoi, la mattina, ne manderete colui innanzi dì, farete lavare la vostra donna, starete con lei a vostro piacere e sanza periculo.
Nicia
Io sono contento, poiché tu dì, che Re e Principi e Signori hanno tenuto questo modo. Ma sopratutto, che non si sappia, per amore degli Otto!
…
Questo basta a tranquillizzare l’anziano Nicia, perché se lo disturba l’idea che la moglie si unisca ad un altro uomo e lo renda cornuto, lo preoccupa ancora di più che si venga a sapere.
Se non fosse meschino, moralmente piccolo, ottuso ed egoista al punto da passar letteralmente sopra al cadavere di un uomo, Nicia susciterebbe tenerezza per il candore con cui si lascia manovrare: non comprende che Callimaco lo sta raggirando, non coglie nulla delle sue allusioni sarcastiche e finisce dritto dritto nella sua trappola, complice quel latinorum -come direbbe Manzoni (1)- che lo confonde e non gli lascia scampo, perché chi sa di latino è persona coltissima e merita ossequioso rispetto...(Costui mi raffinisce in tralle mani; guarda come ragiona bene di queste cose!).
Quanto
a Callimaco, non ha nulla da invidiare a Nicia in fatto di egoismo: supportato in ogni sua mossa da Ligurio, che è il motore della storia e la mente della beffa, egli è totalmente privo di scrupoli e non esita ad ingannare, a mentire o a tradire pur di conseguire lo scopo.
Lucrezia
è personaggio ai margini della storia, non ha voce in capitolo come non l’hanno
le donne all’epoca dei fatti: semplice pedina nel gioco di altri, si oppone come
può alla volontà del marito-padrone, resiste alle pressioni di una coalizione
di uomini -frate compreso- che attenta alla sua virtù, ma poi si piega all’adulterio, riscattandosi nel finale, quando rendere becco il marito diventa una sua scelta, perché in
fondo Nicia se lo merita.
Non un solo personaggio positivo nella Mandragola: commedia sui vizi umani e le umane debolezze.
Per questo, il
Machiavelli della Mandragola è solo apparentemente altro da quello de Il
Principe e in generale dei trattati politici (fatte salve le ovvie differenze legate ai generi): lo sguardo attento sulla realtà così com’è (realtà
effettuale della Storia, della vita politica come della vita quotidiana); il pessimismo sulla natura degli uomini -egoisti,
opportunisti, schiavi delle passioni, pronti a tradire o ingannare per trarne vantaggio(2); l’idea che essi siano responsabili di ciò che accade almeno per metà -spettando solo l’altra parte alla Fortuna-, sono altrettanti aspetti della visione della vita e dell'idea di uomo sottese a tutta l'opera di Machiavelli, alle commedie come alle opere... serie.
(1) cfr., A
Manzoni, Promessi sposi, cap 2: Renzo a don Abbondio “Si
piglia gioco di me?” interruppe il giovine. “Che vuol ch'io
faccia del suo latinorum?
(2) Il principe, cap. XVII. “Perché degli uomini si può dire questo
generalmente, che sieno ingrati, volubili, simulatori, fuggitori de’ pericoli,
cupidi di guadagno..”