Introduzione
La psicanalisi, il cui atto di nascita fu segnato dalla pubblicazione de L’interpretazione dei sogni (1899) di S. Freud, rappresentò un'autentica rivoluzione nella cultura europea: la scomposizione della psiche in Es, Io e Super-Io minò alla base il concetto di identità e sovvertì l’intero modo di pensarsi e di pensare il mondo. Poiché offriva nuovi e interessanti spunti di riflessione sull’uomo e la psiche, la psicanalisi trovò accoglienza in alcune grandi opere letterarie dell’epoca, prima fra tutte La coscienza di Zeno.
Che Svevo abbia attinto a piene mani alla psicanalisi è chiaro fin dall’inizio del romanzo, da quando Zeno si reca dallo psicanalista dottor S. e comincia a metter mano a quel diario che, un ricordo dopo l’altro, ci restituisce la ricostruzione della sua vita.
I
lapsus e gli atti mancati di Zeno
Non c’è pagina del romanzo in cui la psicanalisi non faccia capolino, la ritroviamo ovunque: è nel ricordo che dall’inconscio affiora improvviso alla coscienza del protagonista, è nella pulsione aggressiva nei confronti dell’amante, è nelle bugie che Zeno racconta a se stesso ed è infine nei tanti lapsus e/o atti mancati nei quali Zeno inciampa nel rapporto con gli altri.
Il
lapsus, descritto da Freud in Psicopatologia della vita quotidiana
(1901) è un involontario errore linguistico nel quale trapela un desiderio o un
proposito inconscio; gli atti mancati, pur avendo la stessa origine
psichica del lapsus, si verificano quando si compiono atti diversi da quelli
che si vorrebbero.
Alcune delle pagine più interessanti (e per certi versi divertenti) de La coscienza sono proprio quelle in cui vediamo Zeno commettere lapsus e/ o atti mancati: uno tra tanti, quello legato al funerale di Guido nel capitolo “Storia di un’associazione commerciale”. Guido, si sa, è l’antagonista di Zeno: uomo di successo, e per giunta marito di Ada, la donna che aveva rifiutato Zeno. Quando Guido, fallita la sua azienda, muore suicida, Zeno si reca al suo funerale, ma nel bel mezzo della cerimonia si accorge che sta presenziando al funerale sbagliato. Molto imbarazzante!!

Sigmund Freud
L’errore
commesso da Zeno certo non è intenzionale, ma non è casuale secondo la psicanalisi:
esso rivela l’antipatia che Zeno ha sempre nutrito nei confronti del rivale ma
che non sempre ha avuto il coraggio di ammettere con se stesso;
quell’antipatia, relegata in un angolino dell’inconscio, erompe con
prepotenza, spingendo Zeno a disertare il funerale del rivale.
