Letteratura

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Svevo, da Una vita alla Coscienza.


Capolavoro indiscusso di I. Svevo, la Coscienza di Zeno è preceduto cronologicamente dai due romanzi Una vita (1892) e Senilità (1898).


Generalmente considerate opere minori, perché oggettivamente non eguagliano l’originalità della Coscienza di ZenoUna vita e Senilità sono tuttavia fondamentali per comprendere l’evoluzione del pensiero di Svevo: in un certo senso i due romanzi possono essere considerati la fucina in cui comincia a prendere forma il personaggio dell’inetto che troverà compiuta espressione in Zeno Cosini.

 
Una vita


Il protagonista Alfonso Nitti si trasferisce a Trieste dalla provincia e trova lavoro come impiegato di banca.
Convinto di avere le qualità giuste per diventare uno scrittore di successo, vive il proprio lavoro di semplice impiegato con grande senso di frustrazione.


L’occasione per uscire dalla mediocrità gli si presenta quando conosce Annetta Maller -la figlia del suo principale-, e con lei intraprende una relazione. Ma Alfonso, che ha già tutte le caratteristiche dell’inetto, fugge ogniqualvolta la vita gli chieda un atto di responsabilità e così decide interrompere quella relazione con Annetta che rischia di diventare impegnativa. La malattia della madre gli offre la scusa giusta per fuggire da quell’amore e tornare a casa: una scelta fatta per amore filiale, si dice Alfonso mentendo a se stesso, in realtà una fuga che lo porti lontano e lo metta al riparo dall'impegno della scelta.  

Quando alla morte della mamma Alfonso tenta di riavvicinarsi ad Annetta, scopre che è troppo tardi.
Non gli resta che il suicidio come definitiva fuga dalla vita che non riesce a gestire.


La difficoltà ad intraprendere scelte impegnative -come il matrimonio con Annetta-, la tendenza alla menzogna anche nella forma dell’autoinganno, l’intima convinzione di essere diverso dagli altri perché migliore -e dunque incompreso- l’inadeguatezza alla vita: queste le caratteristiche che di Alfonso fanno un inetto.


Senilità


Emilio Brentani, il protagonista di Senilità, il secondo romanzo di Svevo, ad Alfonso somiglia come una goccia d’acqua.  


Scrittore fallito, scontento della vita, intimamente convinto di non essere compreso dagli altri perché incapaci di farlo, egli vive con la sorella Amalia un’esistenza anonima e grigia.
Conosce l’esuberante Angiolina e con lei inizia una relazione.
I due frequentano spesso il brillante scultore Stefano Balli: allegro, pieno di vita e sicuro di sé, Balli incarna il ritratto di quella che Svevo nella Coscienza definirà la salute -vale a dire la capacità di essere sempre perfettamente a proprio agio nella vita- che si oppone  all’inadeguatezza/malattia dell’inetto.


Amalia si innamora di Balli, che nel frattempo intrattiene una relazione anche con Angiolina: disperata, la sorella di Emilio comincia a far uso di droghe che la porteranno alla morte.
Emilio, la cui senilità è nella condizione esistenziale di abulia, di estraneità alla vita tipica del vecchio che ormai non partecipa alla vita e la osserva restando in disparte- dopo la morte della sorella, solo e tormentato dai sensi di colpa per non aver saputo vigilare su di lei, torna alla sua grigia esistenza di sempre.
 

Tre inetti...ma  diversi


Alfonso Nitti, Emilio Brentani e Zeno Cosini: tre inetti prigionieri di se stessi e degli inganni/finzioni della coscienza che Svevo smaschera attraverso tecniche narrative diverse: la narrazione da un punto di vista esterno nei primi due romanzi; il racconto in prima persona -quasi una confessione da parte del protagonista- nella Coscienza di Zeno.


Te inetti, si diceva poco fa, ma inetti con sorti diverse.


Nei primi due romanzi, l’inetto sveviano è uno sconfitto; la vita, alla quale si sente estraneo, gli si ritorce contro e lo precipita nella disperazione finale.
L’inetto Zeno Cosini è paradossalmente un vincitore, la vita pare non accorgersi della sua inettitudine e lo premia regalandogli amore, successo, denaro nonostante tutto. Perché la vita è così, questa la conclusione di Svevo: è distratta, irragionevole e originale, fa di te fa ciò che vuole e lo fa indipendentemente da te, che tu sia un inetto o un eroe…