L'età dell'oro
Intorno all’VIII sec.
a.C., il poeta greco Esiodo ne Le opere e i
giorni tracciò la storia
dell’umanità a partire da un’immaginaria età dell’oro -epoca in cui gli
uomini sarebbero vissuti in pace, senza angosce e a contatto con una natura
generosa di frutti- fino alla progressiva caduta verso l’età del ferro -l’ultima
in ordine di tempo-caratterizzata dal dolore, dalla violenza e dalla fatica del
lavoro necessario a sopravvivere.
D’oro la prima stirpe
degli uomini nati a morire
fecero dunque i Numi
d’Olimpo che vivono eterni.
Vissero sotto Crono,
che era sovrano del cielo:
vivean di Numi al
pari, con l’animo senza cordoglio,
senza fatica, senza
dolor; né su loro incombeva
la sconsolata
vecchiaia; ma forti di piedi e di mani,
scevri di tutti i
mali, passavano il tempo in conviti,
morian come irretiti
dal sonno. E ogni sorta di beni
era fra loro: la
terra datrice di spelta, i suoi frutti,
da sé, facili e in
copia, porgeva; e benevoli e miti,
l’opere tutte fra sé
ripartivano e i beni opulenti,
ricchi com’eran di
greggi, diletti ai beati Celesti.
…………………
Deh, fra la quinta
stirpe non fossi mai nato, ma prima
io fossi morto,
oppure piú tardi venuto alla luce!
Poiché di ferro è
questa progenie. Né tregua un sol giorno
avrà mai dal
travaglio, dal pianto, dall’esser distrutta
e giorno e notte; e
pene crudeli gli Dei ci daranno.
Esiodo, Le età del
mondo da Le opere e i giorni
fecero dunque i Numi d’Olimpo che vivono eterni.
Vissero sotto Crono, che era sovrano del cielo:
vivean di Numi al pari, con l’animo senza cordoglio,
senza fatica, senza dolor; né su loro incombeva
la sconsolata vecchiaia; ma forti di piedi e di mani,
scevri di tutti i mali, passavano il tempo in conviti,
morian come irretiti dal sonno. E ogni sorta di beni
era fra loro: la terra datrice di spelta, i suoi frutti,
da sé, facili e in copia, porgeva; e benevoli e miti,
l’opere tutte fra sé ripartivano e i beni opulenti,
ricchi com’eran di greggi, diletti ai beati Celesti.
…………………
Deh, fra la quinta stirpe non fossi mai nato, ma prima
io fossi morto, oppure piú tardi venuto alla luce!
Poiché di ferro è questa progenie. Né tregua un sol giorno
avrà mai dal travaglio, dal pianto, dall’esser distrutta
e giorno e notte; e pene crudeli gli Dei ci daranno.