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Rampini, Grazie Occidente (?)… Allora parliamone!


Federico Rampini, saggista e editorialista per il Corriere della Sera, è da poco uscito in libreria con un saggio il cui titolo -Grazie Occidente: tutto il bene che abbiamo fatto- lascia ben poco all’immaginazione. In 14 capitoli -se si esclude l’epilogo-, il libro è un tripudio di orgoglioso occidentalismo, un inno all’indiscutibile superiorità che noi occidentali possiamo -anzi dobbiamo- giustamente vantare.


L’Occidente ha regalato al mondo cultura, civiltà e progresso: senza di noi, gli altri sarebbero andati incontro all'estinzione.

Non è forse grazie a quel suo cellulare 3G, dono della nostra occidentalissima tecnologia, se il pastorello masai -lui che vive in un angolo sperduto della Tanzania-, può sentirsi collegato al resto al mondo, può avere accesso ad informazioni che altrimenti gli sarebbero precluse e popolare così le sue giornate con qualcosa di nuovo oltre al mestiere di accudire il bestiame? (Grazie Occidente, Introduzione). Non deve il piccolo masai ringraziare l’Occidente se la malaria è quasi del tutto scomparsa? E poi c’è l’aspirina, ci sono gli antisettici, gli antibiotici e i vaccini senza i quali il pastorello della Tanzania sarebbe spacciato. Si può forse negare che il mondo è stato salvato dal Covid grazie ai vaccini prodotti da noi e che se la pandemia fosse stata affrontata con i rimedi della bisnonna -la tradizionale medicina cinese- suggeriti dal presidente cinese Xi Jinping, sarebbe stata la catastrofe?

E inoltre ci sono i fertilizzanti chimici, c’è l’uso delle biotecnologie e delle manipolazioni genetiche che, avviando una vera e propria rivoluzione agricola in paesi altrimenti destinati alla fame, hanno permesso che la denutrizione arretrasse, la longevità crescesse, la mortalità delle madri al parto e i decessi dei neonati diminuissero drasticamente. (Grazie Occidente, cap. 1, Due parole proibite.)

Che dire poi, incalza Rampini citando Ian Morris e il suo saggio Why the West Rules- for Now, del progresso realizzato grazie all’Occidente nel campo della prevenzione, dell’igiene e dei tanti benefici che la modernizzazione nata in Occidente ha apportato in metà della specie -le donne di tutto il mondo-: un tempo la donna passava metà della propria vita adulta tra gravidanze -almeno cinque- e allattamento; poté finalmente riappropriarsi di sé, del proprio corpo e del proprio tempo quando nel 1920 l’occidentalissimo preservativo in lattice la mise al riparo da gravidanze indesiderate (rischio ulteriormente ridotto dalla pillola anticoncezionale a partire dagli anni Sessanta) e approdò alla felicità quando nella sua casa si materializzarono frigorifero, lavatrice, aspirapolvere, lavastoviglie che la sollevarono dalle fatiche quotidiane. 

Insomma, la lista dei benefici occidentali è sterminata...e la superiorità dell'Occidente è nei fatti. Gli altri -almeno quegli altri che hanno avuto successo- ci hanno copiato. E continuano a farlo, anche quando dicono il contrario (cap. 3, Perché possiamo dirci superiori).

Certo, ammette Rampini, l’Occidente ha sulla coscienza il peccatuccio del colonialismo, ma scagli la prima pietra chi non ha mai peccato! Non è forse vero che conquista territoriale e dominio su altri popoli furono tratti distintivi dell’impero arabo e ottomano molto tempo prima che quella china intraprendesse l’Occidente? D’altro canto, perfino il colonialismo, che fu la versione dominatrice e oppressiva della nostra superiorità, riuscì a esportare fattori di modernità.

Insomma, sono innumerevoli i motivi per cui noi occidentali possiamo dirci superiori. Una superiorità di cui a torto oggi ci si vergognanelle scuole e nelle università, qualora si studi la Rivoluzione industriale inglese di fine Settecento e primo Ottocento, quel periodo viene messo in una luce negativa: sfruttamento operaio, inquinamento e distruzione di risorse naturali, imperialismo, colonialismo…Nel clima di appiattimento culturale, di conformismo e di indottrinamento che domina tante scuole e università, l’Occidente subisce un processo costante a senso unico, è l’imputato messo alla sbarra per aver soggiogato e impoverito le altre civiltà…l’idea di progresso viene rifiutata come se fosse un’illusione o, peggio, un’impostura. Per essere coerenti, i maestri della cultura woke dovrebbero augurare alle donne di morire di parto come secoli fa, o che metà dei loro figli non arrivi all’adolescenza. (Cap. 1, Il fascino discreto della borghesia)

Certissimo della propria tesi, Rampini la sostiene con tale ardore da perdere lucidità di pensiero e finire dritto dritto nella trappola delle fallacie: che altri abbiano commesso i nostri stessi errori prima di noi, ci rende forse meno colpevoli? In base a quali dati Rampini può affermare che in tante scuole e università –quante? Quali?i giovani sono sottoposti al lavaggio del cervello” da docenti ideologizzati, i negazionisti della Rivoluzione industriale, gli odiatori del progresso e della borghesia, i portatori dell’ideologia woke che, per essere coerenti fino in fondo con se stessi, dovrebbero augurare alle donne di morire di parto come secoli fa? A che pro sottolineare che Gandhi in fondo in fondo non era uno stinco di santo se fu disposto a flirtare con Hitler pur di indebolire l’impero inglese? (cap. 1, Due parole proibite). Screditare un singolo individuo –e che individuo- serve a provare la nostra superiorità?

Anche sorvolando sulla capziosità di certi ragionamenti e assumendo come veri molti dei fatti inanellati da Rampini a sostegno della sua tesi (il vaccino anticovid è innegabilmente occidentale; libertà e democrazia sono conquiste tutte nostre; è verissimo che all’Occidente vanno ascritti grandi successi della scienza e tecnica -lavatrice ed aspirapolvere compresi) lascia perplessi – perché non se ne vede il senso - la logica del noi contro gli altri; irrita il tono arrogante; sconcerta il pressappochismo di certe ricostruzioni storiche. 

Consideriamo la magnanimità con la quale, secondo Rampini, il superiore Occidente avrebbe elargito al mondo scienza e saperi al punto che persino il colonialismo -espressione aggressiva della nostra indiscussa superiorità- avrebbe costituito occasione per esportare/donare modernità. A questo riguardo vale la pena ricordare quanto scrive Franco Cardini nel saggio La deriva dell’Occidente.

Ripercorrendo la storia del difficile rapporto tra noi (l’Occidente) e gli altri (il resto del mondo), l’autore -uomo di Destra e dunque lontanissimo dalla cultura woke sarcasticamente derisa da Rampini- esprime un giudizio severissimo sulla cultura dell’occidentalismo, lo stesso che copioso trasuda dalle pagine di Rampini.

Con la svolta quattro-cinquecentesca, il mondo della cosmografia antica e medievale si dissolse, l’Occidente conobbe e stabilì relazioni con civiltà e popoli altri da sé. Il contatto con il diverso rese necessario elaborare un complesso di valori -spirito umanitario, uguaglianza, libertà e tolleranza- che favorissero la relazione con gli altri: questo il grande merito dell’Occidente, secondo Cardini. Peccato, conclude lo storico, che al tempo stesso, l’Occidente dei grandi valori, della scienza, della libertà e della tolleranza abbia preso a soggiogare il resto del mondo proprio in nome di -o prendendo a pretesto- quegli stessi principi, un dettaglio quasi del tutto trascurabile secondo Rampini, una contraddizione al limite della schizofrenia secondo l’altro.

 

La violenza, la frode, la corruzione sono stati gli ingredienti strutturali del colonialismo; e il colonialismo una delle colonne portanti della vita, della potenza, della prosperità dell’Occidente… Questo atroce non-senso, questo scandalo senza nome…ha provocato e continua a provocare, ha prodotto e continua a produrre guasti immani, comprese le ricorrenti epidemie di terrorismo, le carestie, le guerre e la tragedia senza fine dei “boat people”, quelli che noi chiamiamo -con un’espressione da disinvolto turismo balneare- i “gommoni”. La casistica dei misfatti coloniali riempirebbe intere grandi biblioteche, e quel poco che se ne sa o che se ne potrebbe sapere anche solo informandosene senza sforzo, grida da solo vendetta al cospetto di Dio. Ma ora che la tragedia dei boat people…ha raggiunto livelli intollerabili, dev’essere chiaro che la principale ragione dell’esodo dal continente africano risiede nelle conseguenze dello sfruttamento sistematico e indiscriminato delle sue risorse del sottosuolo, drenato dalle imprese legate alle lobbies soprattutto statunitensi, europee, ora anche russe e cinesi…

Franco Cardini La deriva dell’Occidente, cap IV, Le radici perdute dell’Europa, il destino incompiuto dell’Occidente.


La galleria degli orrori compiuti dall’Occidente è infinita. 

Pensiamo allo sterminio dei native Americans perpetrato nel XIX secolo dall’esercito e dai coloni degli Stati uniti senza risparmiare neppure i bambini, perché il migliore indiano è l’indiano morto; pensiamo al brutale sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere del Congo belga, dove i miliziani della Force publique tagliavano una mano a chi fosse sorpreso ad oziare o a chi, presentandosi all’incasso, quella mano tendeva per ricevere la paga; e ancora, pensiamo agli eccidi compiuti nel subcontinente indiano dalla East India company. L'elenco dei crimini occidentali potrebbe continuare a lungo...

Con la fine del colonialismo storico, alla metà del XIX secolo, in parallelo con i processi di decolonizzazione si aprì la fase della neocolonizzazione finanziaria, diplomatica e tecnologica, nuova forma di dissimulata supremazia occidentale destinata a non rimanere priva di risposta -una risposta violenta- da parte del fondamentalismo politico-religioso di quei territori.(cfr, Le radici perdute dell'Europa, da La deriva dell'Occidente).

Insomma, l'Occidente ha prodotto guasti immani, compresa la tragedia senza fine di quei barconi stracolmi di disperati, immiseriti da secolare sfruttamento, che chiedono asilo e lavoro, ma che nessuno vuole.

I crimini del colonialismo in tempi sia lontani sia prossimi sono tornati o stanno tornando a galla: e insieme con essi la realtà che sia stato in buona parte grazie a questi crimini, ben noti almeno alle nostre classi dirigenti, che il mondo occidentale …ha potuto permettersi, giovandosi del controllo delle lobbies finanziarie e imprenditoriali statunitensi e europee, nonché sovente con la complicità degli stessi governi locali, di gestire la sistematica spoliazione degli interi continenti africano e latinoamericano; da qui, tra l’atro, l’esodo massiccio di migranti indigeni che fuggono da quelle immense aree depresse…la gente più miserabile del mondo lascia i suoi paesi dal suolo e dal sottosuolo ricchissimi, al pieno possesso delle cui risorse avrebbero pur diritto secondo la Carta delle Nazioni unite, per cercare asilo e lavoro in paesi divenuti opulenti grazie alle secolare rapina di quegli stessi sventurati popoli…

Franco Cardini La deriva dell’Occidente, cap IV, Le radici perdute dell’Europa, il destino incompiuto dell’Occidente.


La Storia -quella vera- nulla ha dunque a che vedere con la favoletta che ci racconta -noi occidentali- come i benefattori dell’umanità: essa serve ad autoassolverci dall’infamia del nostri crimini, è il velo immondo che nasconde la verità.

 

E allora, grazie di cosa?