Che Luigi Pirandello sia stato
autore prolifico e instancabile di opere di generi letterari diversi-romanzi,
novelle, opere teatrali ecc- è cosa nota a tutti. Ciò che forse non è sempre
chiaro, specie agli studenti che affrontano per la prima volta le opere di
Pirandello, è che il comune denominatore, il fil rouge che attraversa
tutta l’opera pirandelliana-dai romanzi alle novelle, dalle commedie ai
drammi-è l’umorismo. Ciò sarà chiaro solo dopo che si sarà liberato il campo da
un equivoco di natura semantica e sarà stato chiarito ciò che l’umorismo
pirandelliano non è.
Si leggano le seguenti
definizioni di umorismo:
Si
chiama UMORISMO la capacità di cogliere e rappresentare gli aspetti
più curiosi e divertenti della realtà, che possono suscitare il riso o il
sorriso, con umana partecipazione, comprensione e simpatia…Dizionario
Treccani
UMORISMO, capacità di percepire e di presentare in
modo arguto e divertente gli aspetti insoliti e bizzarri della realtà; comicità,
humour: essere dotato, mancare di umorismo; avere il senso
dell’umorismo; un racconto pieno di umorismo, fare dell’umorismo,
esprimersi in maniera arguta e spiritosa… Garzanti Linguistica
UMORISMO, capacità di percepire e presentare la realtà
mettendone in risalto, con un atteggiamento improntato al distacco critico, gli
aspetti divertenti e insoliti, talvolta assurdi: avere, non avere il
senso dell’umorismo, prendere la vita con umorismo; un
racconto, una commedia, un film ricchi di umorismo; fare
dell’umorismo, scherzare, spec. in frasi di tono negativo: non è proprio
il caso di fare dell’umorismo… Il nuovo De Mauro, Internazionale
Ecco,
l’umorismo è definito qui come la capacità di cogliere l’aspetto divertente e/o comico della realtà, suscitando il riso o il sorriso; insomma l’umorismo equivale, nelle
definizioni sopra riportate, al senso dell’humor, all’arguzia-facezia.
Se
definito così -e qui sta l’equivoco- i conti non tornano: l’opera pirandelliana è tutt’altro che
comica e divertente, si pensi alla storia drammatica di Mattia Pascal,
all’infelicità di Vitangelo Moscarda, personaggio protagonista di Uno,
nessunoe centomila, al dramma vissuto dai personaggi di Così è (se vi pare): c’è davvero poco da ridere.
Se
l’umorismo pirandelliano non è senso dell’humor o sarcasmo...allora cos’è?
La
risposta è nel saggio L’Umorismo-1908.
Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti,
tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente
imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella
vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora
dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a
questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario.
Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia
signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma
che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’inganna che, parata
così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore
del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come
prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre
a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo
avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del
contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico.
Dunque,
umorismo non è comicità. La
comicità scaturisce dall’avvertimento del contrario, vale a dire dalla
percezione immediata che qualcosa è diverso da ciò che si pensa dovrebbe essere:la vecchia signora bardata come un pappagallo è comica per
chi - limitandosi a considerare ciò che sembra- avverte che essa è il contrario
di ciò che dovrebbe essere una rispettabile e sobria vecchietta; ma nel momento in cui subentra la riflessione (umorismo osentimento del contrario), si va oltre le apparenze, si scava sotto la superficie e
si intravvede il dramma di quella vecchia signora, che si concia come una
ragazzina nel disperato tentativo di tenere legato a sé il giovane marito, eccoche la vecchia signora non fa più ridere.
Tornando
al punto da cui eravamo partiti: se l’umorismo è la riflessione che ribalta le prospettive,
il punto di vista critico da cui si indaga la realtà, il detonatore che manda
in frantumi le apparenze, tutta l’opera pirandelliana è pervasa
dall’umorismo…Cos’è l’opera tutta di Pirandello se non un’implacabile ricerca
di ciò è sotto la superficie?
Cosa accomuna romanzi, novelle, opere teatrali se non lo smascheramento
dell’inganno e dell’ipocrisia su cui si fondano la morale comune, le
convenzioni, le istituzioni, l’idea -consolatoria- che esista una Verità
assoluta?
L’umorista
Pirandello non si accontenta delle spiegazioni semplici perché nulla è
semplice.
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