Scapigliatura: le caratteristiche, il giudizio della critica
Traducendo il termine francese bohème, vocabolo che in Francia designava il comportamento dissoluto e anticonformista di alcuni artisti, Cletto Arrighi (1830-1906) utilizzò il termine Scapigliatura per indicare l’atteggiamento di un gruppo di intellettuali lombardi (centro d’irradiazione Milano) molto vicino al ribellismo bohemien.
In tutte le grandi e ricche città del mondo esiste una certa quantità di individui d’ambo i sessi -v’è chi direbbe una certa razza di gente-tra i venti e i trentacinque anni non di più, pieni di ingegno, quasi sempre più avanzati del loro secolo, indipendenti come l’Aquila delle Alpi, pronti al bene quanto al male. Inquieti, travagliati, turbolenti….per una particolare maniere eccentrica e disordinata di vivere….meritano di essere classificati in una nuova….suddivisione della grande famiglia civile, come coloro che formano una casa sui generis- di tipo particolare- distinta tra tante altre….
Gli scapigliati italiani hanno
dunque in comune con i bohèmiens sparsi nelle città moderne la stessa
libertà delle aquile, un pensare e un agire al di fuori degli schemi, sostiene
Arrighi.
Ribelli, anticonformisti, gli scapigliati rifiutano la morale borghese post risorgimentale, spesso vivono ai margini della società che non li apprezza e dalla quale sentono di essere respinti come i malati in un mondo di sani.
In realtà, finita la stagione dei grandi Autori romantici come Manzoni e Leopardi, i poeti scapigliati sono privi di punti di riferimento ma anche di reale progettualità: critici nei confronti della società contemporanea sono al contempo affascinati dal progresso tecnico-scientifico che la caratterizza; attratti dall’irrazionalismo romantico, con particolare predilezione per le tematiche dell’orrido care ad E. A. Poe; dal maledettismo simbolista, da cui desumono il tema della depravazione e l’utilizzo del simbolo, ma al contempo sensibili alle nuove tendenze del Naturalismo, gli scapigliati danno vita ad una produzione letteraria confusa, dai risultati non sempre brillanti, secondo certa critica.
Feroce il giudizio espresso
dal critico Antonio Ghislanzoni che in un articolo sulle pagine di Rivista
minima del 1875 scrive:
…Scapigliatura -simpatica parola davvero, quando non serva da maschera all’ignoranza presuntuosa…
Se per Ghislanzoni la Scapigliatura non è che la pseudo-arte di un gruppo di letterati beoni e con poco ingegno, per il critico Giuseppe Farinelli1 la Scapigliatura rappresenta, sia pure con i suoi limiti, un importante crocevia intellettuale, un ponte tra il vecchio e il nuovo non privo di risultati apprezzabili.
La poesia degli anticristi
Morto all’età di soli 36 anni distrutto dalla tubercolosi, dall’alcool e da ogni sorta di sregolatezze, Praga (1839-1875) è il prototipo dell’intellettuale scapigliato con i suoi pregi e tutti i suoi difetti.
La poesia Preludio può
essere considerata il manifesto programmatico della Scapigliatura.
Noi
siamo i figli dei padri ammalati;
Acquile
al tempo di mutar le piume,
Svolazziam
muti, attoniti, affamati,
Sull’agonia di un nume.
Nebbia remota è lo splendor dell’arca,
E già all’idolo d’or torna l’umano,
E dal
vertice sacro il patriarca
S’attende
invano;
S’attende
invano dalla musa bianca
che
abitò venti secoli il Calvario,
E
invan l’esausta vergine s’abbranca
Ai
lembi del Sudario...
Casto poeta che l’Italia adora,
Vegliardo in sante visioni assorto,
Tu
puoi morir!... Degli antecristi è l’ora!
Cristo
è rimorto! —
O
nemico lettor, canto la Noja,
L’eredità
del dubbio e dell’ignoto,
Il tuo
re, il tuo pontefice, il tuo boja,
Il tuo
cielo, e il tuo loto!
Canto
litane di martire e d’empio;
canto
gli amori dei sette peccati
che mi
stanno nel cor, come in un tempio,
inginocchiati
Canto
le ebbrezze dei bagni d’azzurro,
e
l’Ideale che annega nel fango...
Non
irrider, fratello, al mio sussurro,
se
qualche volta piango,
giacché
più del mio pallido demone,
odio
il minio e la maschera al pensiero,
giacché
canto una misera canzone,
ma
canto il vero.
La poesia, che apre la raccolta Penombre, ricorda per tono e stile il componimento Al lettore, poesia d’esordio de I Fiori del male di C. Baudelaire.
In Preludio, l’autore descrive non soltanto la propria crisi esistenziale ma quella di un’intera generazione di poeti ormai priva dei giusti punti di riferimento culturali e morali; schiacciati dal peso di anacronistici modelli culturali lasciati in eredità da padri malati -l’allusione è ai romantici- i poeti della nuova generazione, afferma Praga, sono spaesati e impotenti, incapaci di spiccare il volo come le aquile durante la muta.
Nel mondo
contemporaneo, governato dalla logica del profitto e dalla corruzione (Nebbia
remota è lo splendor dell’arca / E già all’idolo d’or torna
l’umano), non ha più spazio la vecchia poesia che è ormai una divinità
agonizzante (agonia di un nume); né hanno senso le categorie di
rettitudine morale e di Bene o la manzoniana fiducia nella Provvidenza (Manzoni, Casto
poeta che l’Italia adora / Vegliardo in sante visioni assorto). Per
la poesia non è più tempo di aggrapparsi ai simboli della Fede (S’attende
invano dalla musa bianca / che abitò venti secoli il Calvario / E
invan l’esausta vergine s’abbranca / Ai lembi del Sudario).
Il compito
delle nuove generazioni di poeti-anticristi è dunque quello di dar vita ad
un’arte nuova, che rifiuti la maschera dell’ipocrisia (odio il minio
e la maschera al pensiero) e che canti il vero nel
suo dualismo, raccontando tanto la preghiera che la bestemmia (Canto
litane di martire e d’empio / canto gli amori dei sette
peccati), il fango e l’ideale che in esso annega, l'innocenza e
la depravazione.
I toni retorici, -si noti l’anafora (ripetizione) “Canto”, la presenza di coppie di contrari, l’utilizzo di simboli religiosi- collocano il testo nel solco della tradizione, da cui evidentemente la Scapigliatura fatica ad allontanarsi: Praga sembra esserne consapevole, tant’è che nella parte finale del testo fa appello alla benevolenza del lettore affinché lo perdoni per quella ...misera canzone.
1. Cfr, La scapigliatura. Profilo storico, protagonisti, documenti.
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