Letteratura

Scapigliatura e scienza


La Scapigliatura fu un movimento letterario dell’Italia post-unitaria confuso e contraddittorio: da una parte la volontà di rompere con la tradizione, dall’altra la difficoltà a staccarsene; per un verso l’irrazionalismo e il gusto per l’abnorme e/o il fantastico, per un altro l’apprezzamento per la scienza.
 
Un osso di morto, di I. Ugo Tarchetti
 
Un esempio di questa commistione è nel racconto Un osso di morto di I. Ugo Tarchetti.
Lascio a chi mi legge l’apprezzamento del fatto inesplicabile che sto per raccontare.
Questo l’esordio della storia, che appunto ruota tutta intorno all’evento misterioso ed inesplicabile occorso al protagonista, un giovane disegnatore che avendo stretto amicizia con un medico patologo dell’università di Pavia, si lascia convincere un giorno ad assistere ad una delle sue lezioni, quindi, suo malgrado, alla dissezione di un cadavere.
 
In un eccesso di spavalderia -cosa che capita quando si tenta di mascherare l’imbarazzo o la paura- a fine lezione il giovane fa richiesta di un souvenir: giusto qualche ossicino del morto da portar a casa. Rimedia una rotula che finirà a far da fermacarte sulla sua scrivania.
 
Intanto passano gli anni, l’anatomopatologo muore di un colpo apoplettico e il nostro giovane prosegue la vita di sempre.
 
Una sera, il nostro personaggio, che evidentemente se le cerca tutte, partecipa ad una seduta spiritica nel corso della quale gli viene chiesto di evocare lo spirito di qualcuno; conclude di contattare proprio lo spirito di quel medico di anatomia amico di un tempo, che felice di essere stato evocato, lo supplica di restituire la rotula al legittimo proprietario, che da 11 anni lo tormenta per questo.
 
Quella stessa notte il Mariani -questo il nome del cadavere alla ricerca della rotula perduta- fa la sua bella apparizione in casa del giovane che gli restituisce il maltolto.
 
Il morto accomoda con perizia la rotula lì dove deve essere e va via soddisfatto.
E così dicendo sollevò un lembo del lenzuolo bianco in cui era avviluppato, e mostrandomi lo stinco della gamba sinistra legato al femore, per mancanza della rotella, con un nastro nero passato due o tre volte nell’apertura della fibula, fece alcuni passi per la stanza onde farmi conoscere che l’assenza di quell’osso gl’impediva di camminare liberamente.
 

Il protagonista si sveglia terrorizzato. Sollievo. Era solo un sogno. Ma la rotula non è più sulla scrivania...


Storia godibile.

 

Come si diceva poco fa, nel racconto convivono elementi antitetici: da una parte l’irrazionalismo – il medium, le sedute spiritiche, il fantasma-, dall’altra l’attenzione rispettosa per la medicina, la magia della scienza moderna che Tarchetti un po’ mostra di conoscere, vista la precisione con cui indugia nella descrizione di dettagli anatomici.

 
Arrigo Boito
 
Che egli scapigliati subissero il fascino della scienza -e della medicina soprattutto-, è cosa evidente a leggere il componimento di Arrigo Boito Lezione di anatomia: il poeta immagina di assistere ad una lezione di anatomia nel corso della quale è sezionato il cadavere di una giovane donna.
 
…Penso agli eterei
della speranza
mille universi!
Finzion fuggevole
più che una stanza
di quattro versi.
 
Pur quella vergine
senza sudario
sperò nell’ore
più melanconiche,
come un santuario
chiuse il suo cuore,
 
ed ora il clinico,
che glielo svelle,
grida ed esorta:
«ecco le valvole»,
«ecco le celle»,
«ecco l’aorta».
 
Poi segue: «huic sanguinis
circulationi…».
Ed io, travolto,
ritorno a leggere
le mie visioni
sul bianco volto
....

crf, A. Boito, Lezione di anatomia

All’iniziale orrore di fronte a quello scempio, una profanazione di bellezza e giovanili speranze, subentra nel poeta la consapevolezza che solo la Scienza è in grado di assicurare Verità, per quanto crudele possa essere.
Sogni e poesia sono solo illusioni.
 

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