Fake-news, come si sa, è l’espressione con
cui ci si riferisce a notizie false o solo parzialmente vere fatte circolare da
qualcuno o in perfetta buona fede -vale a dire che chi la diffonde crede alla
veridicità della notizia divulgata- o, al contrario, con il preciso intento di
seminar discordia, sollevare polveroni, suscitare polemiche magari monetizzabili,
nuocere all’avversario, screditare il nemico vero o presunto.
Le fake news, che certo oggi viaggiano alla velocità della luce rimbalzando
tra social e chat a forza di condivisioni e imponendosi a colpi di like,
in passato si facevano strada a fatica, eppure circolavano numerose.
La Storia offre un vasto repertorio di bufale.
L’esempio forse più
eclatante di bufala data 64 d. C: un incendio spaventoso distrusse Roma e la
responsabilità venne fatta ricadere su Nerone, uomo e imperatore le cui
stravaganze, unite ad una gestione autocratica del potere, lo avevano reso
inviso al Senato e a tutta l’intellighezia repubblicana che dunque
alimentarono contro di lui la macchina del fango.
Oggi con certezza gli storici riconoscono il carattere accidentale
dell’incendio, uno dei tanti che con facilità si propagavano all’epoca a Roma,
città popolosa in cui le case erano per lo più costruite in legno.
Che dire poi della risposta con la quale Nerone si difese da quell’accusa
indicando nei Cristiani i responsabili del disastro? Altra enorme bufala.
Procedendo di qualche secolo, ci si imbatte nella clamorosa fake della donazione
di Costantino -anno 315-, documento con il quale l’imperatore concedeva
alla Chiesa Cattolica la Giurisdizione sul territorio di Roma
-dunque potere temporale oltre che spirituale- e che il filologo
umanista Lorenzo Valla nel XV secolo dimostrò essere un falso.
Nel Medioevo, il proliferare di dicerie calunniose su donne accusate di
stregoneria o contro ebrei avvelenatori di pozzi nell’intento di sterminare
vite, alimentò le fiamme dei roghi sui quali, innocenti le une e gli
altri, in gran numero vennero arsi vivi.
Nel XVII secolo la fandonia sull’esistenza degli untori portò a processo e
poi alla morte gente perbene che nulla aveva a che fare con la peste e che pure
l’ignoranza del tempo voleva responsabile della diffusione del morbo.
La storia
più recente offre esempi di fake news non meno interessanti: il
30 ottobre 1938 il radiogiornale della CBS
annunciò la notizia che gli alieni avevano attaccato il New Jersey, ma
era si trattava della recita di un capitolo del Radiodramma ″The War of
Worlds″, di Orson Welles, dunque una meravigliosa bufala.
Che dire poi della fantasiosa notizia secondo la quale Hitler avesse
inscenato il proprio suicidio nell’aprile del 1945 e in realtà fosse nascosto vivo e vegeto chissà dove?
Insomma la storia dell’umanità è ricchissima di
bufale.
Bufale e letteratura
Fake news e bufale di vario genere trovano spazio in un nutrito numero di
opere letterarie.
Fin dai suoi albori nella Grecia classica, la tragedia mise in scena
eventi luttuosi che spesso originavano proprio da una falsa notizia,
da una diceria, se non da una malevola e intenzionale calunnia.
Si pensi all’Elettra di Sofocle: Clitennestra, con la complicità
dell’amante Egisto, assassina il marito Agamennone per usurparne il trono. Oreste,
messo in salvo dalla sorella Elettra che lo affida alle cure di altri, vive lontano
da Micene, dove più tardi ritorna deciso a vendicare la morte del padre. Per
poter agire indisturbato e avere la definitiva prova della colpevolezza della
madre, Oreste diffonde la falsa notizia della propria morte. Clitennestra ne
gioisce, Elettra è disperata. Oreste si rivela alla sorella, ormai certo del
suo affetto e insieme i due fratelli attuano la loro vendetta uccidendo
Clitennestra e l’amante.
Nel XXVIII Canto dell'Inferno, la nona bolgia dell'ottavo cerchio ospita i seminatori di discordia, che per aver aver in vita creato divisioni e odi, ora sono orrendamente tagliati a metà dalla spada del demonio.
Nelle tragedie shakespeariane è spesso proprio una falsa notizia ad
innescare la catena di eventi che sfociano nella catastrofe finale: in Romeo e Giulietta, la falsa notizia della morte
di Romeo induce Giulietta al suicidio; nell’Otello le dicerie malevolmente
alimentate dall’invidioso Iago costano la vita all’innocente Desdemona che,
sospettata di intrattenere relazione adulterina, è uccisa dal marito Otello.
Anche nel romanzo, genere letterario le cui origini sono più recenti di
altri, vi sono esempi di bufale.
Nel romanzo Il conte di Montecristo -1844- di Alexandre Dumas, le
peripezie del protagonista Edmond Dantès originano da una lettera anonima in
cui il rivale/antagonista Danglars lo accusa ingiustamente, diffondendo così false
notizie, di essere una spia al servizio di Napoleone Bonaparte, che nel romanzo
è in esilio presso l’isola d’Elba da cui è in procinto di fuggire.
Il romanzo di Luigi Pirandello Il fu Mattia Pascal ruota tutto proprio
intorno ad una falsa notizia.
Il protagonista, stanco di una vita mediocre accanto ad una moglie che non
ama, all’insaputa di lei si reca a Montecarlo. Al casinò vince una cospicua
somma di denaro. Durante il viaggio di ritorno in treno verso il proprio paese
d’origine -Miragno- Mattia Pascal legge su un giornale la falsa notizia della
propria morte: a Miragno è stato rinvenuto il cadavere di un annegato che è
stato riconosciuto come quello di Mattia Pascal.
La bufala della sua morte è per Mattia un’occasione da cogliere al volo:
ora che per tutti è morto, può finalmente tagliare con il passato, può chiudere
con la famiglia che lo opprime, può finalmente liberarsi di un lavoro che lo
annoia e incominciare altrove una vita nuova, libera e felice.
Peccato che la
bufala, come sempre accade anche nella vita reale, gli si ritorcerà contro e
Mattia Pascal dovrà tristemente tornare sui propri passi...
Nessun commento:
Posta un commento